19/05/09

Diana Winter: new soul folk voice!




Bonjour! vorrei segnalarvi un'artista che secondo me farà strada...è Diana Winter, intensa voce new soul!
Sto lavorando alla sua immagine insieme ad un team di fantastici collaboratori! ...tra qualche settimana potrete vedere il nuovo sito creato da Jacopo Grisanti ( http://www.opocaj.it/) e le mie immagini su sito e su myspace con la collaborazione della mia inseparabile socia stylist e trucco Raffaella Lodovici (http://www.myspace.com/lillyrawlance).
Vi terrò aggiornati! A presto! Zoe

18/05/09

I MIEI SCATTI SU WIRED magazine DI MAGGIO

iPhone, gli italiani si applicano

Di Federico Ferrazza|16 aprile 2009
iPhone, gli italiani si applicano

Marco Pifferi (in foto) ha creato un programmino per il telefono Apple. 5 milioni di persone l'hanno scaricato e Google ha minacciato di fargli causa.
Foto: Zoe Vincenti

Partiamo dai record. Inaugurato meno di un anno fa (era l'11 luglio 2008) l'App Store, il negozio online in cui è possibile scaricare applicazioni per il telefonino della mela morsicata, finora ha collezionato più di 800mila download.

E arriviamo ad Alberto De Bortoli, giovane programmatore padovano protagonista della storia numero 03 e uno dei 25mila (il numero di software disponibili gratis o a pagamento nell'App Store) che ha sviluppato un'applicazione per l'iPhone incontrando un discreto successo. Alberto ha seguito il consiglio di un amico: «Dai, provaci, guarda che il Jobs non sbaglia mai». In molti stanno inseguendo il successo dell'App Store, sfornando anche cellulari touch che imitano il modello dell'iPhone: da Nokia a Google (con Android), passando per Microsoft e Sony Ericsson. Ma l'azienda di Cupertino ha due vantaggi: è arrivata prima di molti suoi concorrenti e, inoltre, ha un telefonino solo. I programmatori, compresi quelli italiani raccontati nelle prossime pagine, si trovano meglio a sviluppare per un unico terminale invece di pensare il proprio software su 20 cellulari diversi. Insomma, anche se non è vero che il Jobs non sbaglia mai (anche lui ha alcuni flop alle spalle), questa volta ha colpito nel segno.

01. Alla fine dell'anno scorso Marco Pifferi, che di professione fa lo sviluppatore software a Castellamonte (To), non ha dormito sonni tranquilli per diverse notti. Tutta colpa di una lettera proveniente da Mountain View. Mittente: Google. Il più grande colosso del web scriveva a Marco che, se avesse continuato così, gli avrebbe fatto causa. E se Google ti fa causa il minimo è non dormire sonni tranquilli. Ma cosa avrebbe dovuto smettere di fare il 43enne piemontese? Facciamo un passo indietro. A settembre Marco sviluppa la sua prima applicazione per iPhone: AroundMe, un software che mostra i punti di interesse nei paraggi del telefonino della mela: ristoranti, farmacie, parcheggi e così via. Marco la mette in vendita (tradotta in varie lingue) a 1,79 euro ed è subito un successo: nel primo mese è scaricata da 10mila persone. Sembra andare tutto per il verso giusto: il software è apprezzato e, cosa più importante, genera ogni mese migliaia di euro.

Ma è proprio allora che arriva la lettera. Marco deve smettere di continuare a vendere AroundMe, pena una causa legale. La sua colpa è quella di mettere a pagamento i contenuti di Google (i punti di interesse di AroundMe sono quelli delle mappe di Brin e Page). E questo, secondo Google, non si può fare. Di fronte al pericolo di una causa, Marco non ritira l'applicazione ma la rende gratuita. Ed è qui che, inaspettatamente, inizia la sua fortuna. Dopo le "minacce", Google passa alla collaborazione e si rende disponibile per lo sviluppo, riconoscendo al piemontese una percentuale dei ricavi che il motore di ricerca incassa attraverso i banner pubblicitari inseriti in AroundMe. Pifferi racconta che da allora le cose, dal punto di vista economico, vanno addirittura meglio. Ci sono giorni (soprattutto nel weekend) in cui il software viene utilizzato 600mila volte. Ma non snocciola altre cifre: «Ho firmato un accordo con Google e non posso parlare di denaro. Preferisco non dire altro: uno spavento come quello di qualche mese fa vorrei proprio risparmiarmelo».