09/04/13

SALONE DEL MOBILE 2013 BRAZIL S/A

E' cominciato il Salone del Mobile e come l'anno scorso sono davvero felice di collaborare con alcune tra le più importanti aziende Brasiliane! Ecco l'inaugurazione dello spazio BRAZIL S/A!
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20/10/12

SLAVES ON BORDERS on TONGUE MAGAZINE / MEXICO

My project "Slaves on Borders" published on TONGUE MAGAZINE/ Mexico, july issue 2012. To see more about this project :  http://www.behance.net/gallery/SLAVES-ON-BORDERS/4034313




12/06/12

IL MATRIMONIO DELLA VOLPE

Da bambina mio nonno mi diceva sempre che quando piove con il sole "si sta sposando una volpe"...me lo ricordo! Questa storia evocava in me molte e fantasiose immagini, ma non ho mai cercato di farmela spiegare dettagliatamente, forse per lasciare sempre vivo il mistero e per fare in modo che la mia fantasia lavorasse costantemente su questi meta-racconti. E' curioso come oggi, che è forse il giorno più lungo in cui ho visto piovere con il sole, il mio pensiero sia andato li, alla mia infanzia e a questa buffa e misteriosa storia delle volpi! Come tutti ormai, esseri googolanti, ho cercato di scoprire se sul web si parlasse di questa strana diceria e incredibile ma vero scopro che una storia c'è e arriva dal giappone! Il primo episodio del film, ‘Raggi di sole nella pioggia' (da noi Sogni di Akira Kurosawa), si richiama ad un'antica tradizione popolare. Quando piove col sole, in Giappone si dice che c'è ‘Kitsune no Yomeiri' - il Matrimonio della Volpe; cioè da qualche parte si stanno celebrando le nozze tra due volpi. Se veder piovere col sole è qualcosa di magico, che porta fortuna, non così assistere alla cerimonia nuziale delle Kitsune, che è considerato motivo di sventura.
Nel film un bambino, che casualmente ha osservato nella foresta il corteo del Matrimonio delle Volpi, viene aspramente redarguito dalla madre che lo obbliga ad andare a chiedere scusa alle volpi, la cui casa è ‘ai piedi dell'arcobaleno'.
Ma come è possibile che mio nonno conoscesse questa storia giapponese? Lui che non si è mai spostato dall'Italia e che non ha nemmeno potuto studiare? Tantomeno m'immagino abbia visto il film di Akira Kurosawa! E soprattutto cosa lega la Calabria al Giappone???? Forse lo sottovaluto, ma una cosa è certa....che da stamane ho un sacco di domande in più da fare a mio nonno!!

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09/05/12

A NIGHT WITH "MACAO"!

Il mio contributo "in progress" per MACAO!
foto © Zoe Vincenti
all rights reserved  vietato l'utilizzo delle immagini senza permesso dell' autrice


































È con piacere che dichiariamo aperto MACAO, il nuovo centro per le arti di Milano, un grande esperimento di costruzione dal basso di uno spazio dove produrre arte e cultura. Un luogo in cui gli artisti e i cittadini possono riunirsi per inventare un nuovo sistema di regole per una gestione condivisa e partecipata che, in totale autonomia, ridefinisca tempi e priorità del proprio lavoro e sperimenti nuovi linguaggi comuni. Siamo artisti, curatori, critici, guardia sala, grafici, performer, attori, danzatori, musicisti, scrittori, giornalisti, insegnanti d’arte, ricercatori, studenti, tutti coloro che operano nel mondo dell’arte e della cultura.
Da un anno ci stiamo mobilitando, riunendoci in assemblee dove discutere della nostra situazione di lavoratori precari nell’ambito della produzione artistica, dello spettacolo, dei media, dell’industria dell’entertainment, dei festival e della cosiddetta economia dell’evento. A questa logica per cui la cultura è sempre più condannata ad essere servile e funzionale ai meccanismi di finanziarizzazione, noi proponiamo un’idea di cultura come soggetto attivo di trasformazione sociale, attraverso la messa al servizio delle nostre competenze, per la costruzione del comune. Rappresentiamo una fetta consistente della forza lavoro di questa città che per sua vocazione è da sempre un avamposto economico del terziario avanzato. Siamo quella moltitudine di lavoratori delle industrie creative che troppo spesso deve sottostare a condizioni umilianti di accesso al reddito, senza tutela, senza alcuna copertura in termini di welfare e senza essere nemmeno considerati interlocutori validi per l’attuale riforma del lavoro, tutta concentrata sullo strumentale dibattito intorno all’articolo 18. Siamo nati precari, siamo il cuore pulsante dell’economia del futuro, e non intendiamo continuare ad assecondare meccanismi di mancata redistribuzione e di sfruttamento. Apriamo MACAO perché la cultura si riprenda con forza un pezzo di Milano, in risposta a una storia che troppo spesso ha visto la città devastata per mano di professionisti di appalti pubblici, di spregiudicate concessioni edilizie, in una logica neo liberista che da sempre ha umiliato noi abitanti perseguendo un unico obiettivo: fare il profitto di pochi per escludere i molti. Oggi vogliamo restituire alla cittadinanza questo grattacielo, simbolo di quel sogno economico capitanato da grossi gruppi finanziari e tutt’ora nelle mani di uno dei più arricchiti e collusi burattinai della speculazione edilizia milanese.
Dalla primavera scorsa molti cittadini, artisti e operatori culturali hanno dato vita a esperienze inedite, attraverso pratiche di occupazione di spazi dismessi dal pubblico e dal privato, esperienze che stanno dimostrando di poter durare nel tempo occupandosi di cultura, territori, lavoro, nuove forme di economia e nuove forme di espressione dell’intelligenza collettiva.
Crediamo che la produzione artistica vada del tutto ripensata: dobbiamo prenderci questo tempo e questo diritto in modo serio e radicale, occupandoci direttamente di ciò che è nostro. Macao è questo, uno spazio di tutti, che deve diventare un laboratorio attivo in cui sono invitati i lavoratori dell’arte, dello spettacolo, della cultura, della formazione e dell’informazione. Qui artisti, intellettuali, esperiti del diritto, della legge e della costituzione, attivisti, scrittori, film maker, filosofi, economisti, architetti
e urbanisti, abitanti del quartiere e della città, devono prendersi il tempo necessario per costruire una dimensione sociale, comune e cooperante. Abbiamo un sacco di lavoro da fare, dobbiamo trasformare queste parole in pratiche reali sempre più efficaci e costituenti di modelli alternativi a quelli in cui viviamo, e tutto dipende da noi. Occorre non dare per scontato nulla producendo inchieste competenti, dibattiti, analisi e momenti di confronto riguardo tutti
i territori che producono disuguaglianze ed espropriazione di valore, non tralasciando le nuove forme con cui l’ideologia capitalista si sta travestendo. Occorre avere gioia e umorismo per trasformare questo impegno in un momento umano, collettivo e liberato. Occorre aver cura di questo spazio perché possa essere adatto a ospitare tutti. Occorre che
in questo spazio l’arte e la comunicazione smettano di essere attività fini a se stesse, ma esplodano e trovino le loro motivazioni all’interno di questa lotta, costruendo nuovi immaginari ed esplicitando quale mondo vediamo. Viva Macao e buon lavoro a tutti.
Siamo una rete di soggetti che stanno operando fianco a fianco all’interno di questa lotta: Lavoratori dell’arte, Cinema Palazzo di Roma, Teatro Valle Occupato di Roma, Sale Docks di Venezia, Teatro Coppola di Catania, Asilo della Creatività e della Conoscenza di Napoli, Teatro Garibaldi Aperto di Palermo.